venerdì 20 agosto 2010

Star Party di Saint Barthelemy 22-25 settembre 2011

 

 

 

Quest’anno c’ero anch’io a Saint-Barthélemy, per l’attesissimo star party che si è svolto dal 22 al 25 settembre nel cuore della Val d’Aosta.
Siamo partiti, dopo i ripensamenti di alcuni e gli  immancabili ritardi, il giovedì sera alle 18 con un car sharing utopico: quattro persone (di cui una donna) in macchina con a seguito valigie, strumenti, telescopi, giacche e scarponi.
Scena da immaginare: Paolo A. e Paolo M. davanti, la sottoscritta e Marco dietro con metà roba sul tetto pericolante e l’altra metà nel capiente bagagliaio. Sosta obbligatoria in autogrill e infine siamo giunti all’ostello sotto ad un meraviglioso stellato che ci ha fatto pregustare osservazioni da manuale.
Il venerdì è stato consacrato alla passeggiata escursionistica. Due singolari scalatori muniti di bacchette da nordic walking restavano indietro raccontandosi barzellette, mentre attraversavamo boschi meravigliosi mangiando fragoline di bosco e lamponi e salivamo, salivamo fino a quasi 2000 mt. Guida Garoni: efficiente, affidabile e simpatica. Ve la consiglio caldamente.
Purtroppo verso sera sono arrivate alcune nuvole...ma questo non ci ha impedito di posizionare la strumentazione occupando un dignitoso angolo della piazza, con tanto di tavolino e seggioline da campeggio. Siamo stati raggiunti da Dino e Davide, che si sono affiancati con i loro telescopi. La piazza era una distesa di astrofili, telescopi, binocoli, tavolini cosparsi di carte del cielo e qua e là saliva il profumo di qualche sigaro.
La nostra camerata n°203 da dieci posti in ostello si è riempita in un baleno, così come numerosi erano gli astrofili e curiosi che hanno visitato la piazza ed il parcheggio dei camper adibito all’astrofotografia.
Nel padiglione accanto c’era una mostra fotografica per festeggiare il 20° anniversario dello star party e tra le immagini ce n’erano un paio che ritraevano alcuni nostri cari amici intenti a “manovrare” telescopi in una delle scorse edizioni.
Il cielo a tratti nuvoloso non ci ha impedito però di osservare alcuni oggetti interessanti e un Giove luminosissimo con i suoi satelliti. Era la prima volta che portavo con me in viaggio il mio EQ 130 e devo dire che a parte il cercatore cronicamente scollimato e prontamente aggiustato da Marco McGyver con un elastico, sono stata contenta. Quando la coltre di nubi si è infittita abbiamo dovuto rinunciare e una volta coperti gli strumenti siamo andati tutti sotto le coperte, nei nostri bravi lettini a castello, a russarci in faccia gli uni con gli altri.  
Il sabato invece è stato di totale relax: passeggiata attorno al lago color turchese creato dalla diga di Place Moulin. I colori delle acque e le montagne come cornice, punteggiate dagli abeti altissimi erano un vero spettacolo e ci hanno fatto venire una gran fame. Arrivati al mitico ristorante ci siamo appunto ristorati con ogni ben di Dio: polenta concia, spezzatino (io no perchè son vegetariana, ma tutti hanno gradito), formaggi deliziosi, patate, crostata ai frutti di bosco....ho ancora l’acquolina in bocca. Dopo pranzo relax sul prato, con gli occhi fissi al cielo in attesa dell’osservazione serale.
Io e Marco non abbiamo proprio saputo resistere e abbiamo gettato calze e scarpe per metter i piedi a mollo nell’acqua gelida e trasparente del lago.
Grande delusione per il sabato sera: cielo coperto rendeva impossibile osservare, tanto che alle 23 abbiamo deciso praticamente tutti di smontare i telescopi.
La domenica mattina, dopo lo shopping alimentare di rito alle bancarelle delle marmellate e dei formaggi, siamo ripartiti, lasciando dietro di noi a malincuore le meravigliose montagne di Saint-Barthélemy.
Devo assolutamente e pubblicamente ringraziare i miei mentori: Paolo A., Paolo M. e Marco per la pazienza e la simpatia con cui mi hanno sopportato in questi 3 giorni per me unici, ma che spero di ripetere negli anni a venire, magari con un cielo più limpido.

Sara Ciet

 

L’agguerrito drappello ARAR+ALPA non poteva mancare alla 20esima edizione dello Star Party di Saint Barthelemy.
Arrivati sul posto il giovedì sera tardi, il venerdì era raggiunta la massima operatività in termini di trekking.
Dopo una mediazione fra un trekking di tipo geriatrico e una sfacchinata tipo vincere-o-morire, si optava per una camminata di 5 ore (andata e ritorno) con dislivello di 700 m.
Tutto regolare, fino a che Paolo A. e Paolo M., accalorati in una discussione sulle prestazioni degli oculari Plossl, si staccavano dal gruppo. Vaneggiando fra i boschi a un certo punto scorgono un numero su un albero: erano nel sentiero sbagliato, peggio, erano fuori strada di km, senza nemmeno essersi resi conto di averli percorsi.
Un varco dimensionale alla Twilight Zone?
I postumi della polenta concia?
Un depistaggio di Voyager?
Niente di tutto questo: come si scoprirà dopo, il numero sull’albero non era il numero del sentiero, ma un segnale della guardia forestale: tutti sanno, anche i bambini, che in Val D’Aosta i sentieri sono marcati con numeri gialli, mentre il numero sull’albero era rosso!

La sera sono iniziate le osservazioni verso le 21, con un cielo discreto fin verso le 24 – nuvole birichine – e gambe doloranti – consigliavano il riposo.

Il sabato trekking tranquillo con pranzo al rifugio Pra Rayer, e ritorno e metà pomeriggio, summit astrofilo serale attorno al tavolo della cena e attorno al tavolo delle osservazioni: durante il confronto sono stati messi a punto programmi per i successsivi 12 anni.

Domenica: osservazione delle protuberanze solari attraverso un telescopio Lunt da 102 mm + filtro aggiuntivo Lumicon.
Il risultato? L’immagine di una vita!

Alla prossima!

Paolo Morini

 

Le statistiche dei vari Saint-Barthelemy della storia sono impietose. Questa ventesima edizione è anche lei, per molti aspetti, una statistica. Volete
sapere quali sono i dati? Cercateli. Se è vero però che questa era la ventesima edizione, vuol pure dire che quelle statistiche contano poco.
E' il partire delle grandi occasioni. Preparare con finta nonchalance lo zaino e rivedere l'elenco di quel che serve. Perché sono più di 500 km e non è che se dimentichi il contrappeso a casa poi torni a prenderlo. E questo la statistica non lo dice, che la lontananza fa parte del "mio" Saint-Barthelemy. E quanti si dimenticano a casa il contrappeso?
E' l'auto stracarica come un tetris che è anche divertente da costruire e incastrare. E giovedì (22 settembre) alle 18 (prima non siamo riusciti a
partire perché al Planetario avevo una settantina di ragazzi ai quali spiegare il cielo, quello che già immaginavo all'arrivo terso e brillante) i due Paoli, la
strepitosa matricola Sara ed io, ci siamo incastrati anche noi e via! E questo la statistica non lo dice, che sistemare le cose è divertente e si sparano un sacco di balle.
E quanti tetris viaggiano per 6 ore in autostrada per andare a vedere le stelle?
E' l'arrivo a "chillu paese" che ha già l'aria d'attesa, mezzo pronto e mezzo no. Con i pezzi un po' montati e un po' accatastati. E immagino e vedo
i pochi abitanti (non so quanti ne conti Saint-Barthelemy...questo lo statistiche lo dicono)
che cercano sacchi neri per oscurare le finestre, che girano per il paese con la maglietta dello star-party, che salutano gli astrofili. E questo la statistica non lo dice, che c'è gente che ci aspetta sapendo chi siamo. Quanto piacere si prova a vedere un paese che del cielo ha fatto una festa e un impegno?
E' sapere che presto, accanto al tuo posto in piazza si aggiungeranno piani di telescopi. Persone che conosci e incontri solo lì, accessori che si
accavallano uno sull'altro, traiettorie di cercatori di tutti i tipi che si incrociano in cielo. E questo la statistica non lo dice, che ogni occhio vuole la sua
parte e che preferisco il Telrad all'8x50. Qual è il motivo che spinge ognuno di noi a preferire un cercatore piuttosto che un altro?
E' l'attesa della prima stella, che sia fuori o davanti a un piatto di polenta, che a ognuno di noi indica il momento di partire, nel vero senso della parola.
Strizzare gli occhi per intuire una stellina di quinta o anche più, che ti permetta saltare da una all'altra per arrivare alla galassia, alla nebulosa, all'ammasso che altrimenti da casa, non vedresti. Chiamare i tuoi compagni d'avventura con una punta di soddisfazione per avercela fatta. Un go-to che non ha prezzo. E questo la statistica non lo dice,
quanto sia stato bello e divertente vedere Sara districarsi tra cercatore ed oculare per puntare il cielo. Perché le nuvole in lento arrivo sono peggio
di quelle in lento allontanamento?
E' il cauto ritorno in stanza, al buio o poco più, per non svegliare gli altri che forse già dormono, per poi scoprire che i primi siamo noi e allora luci, racconti
commenti, buttare, vestiti sparsi in tutti i letti. Così finisce la prima nottata. Solo una manciata di stelle mezze nascoste da scambiarci. La seconda ancora peggio, se consideriamo solo la statistica.
E' tutto l'insieme che rende intrigante e sempre bello partire. Non c'entra la qualità del cielo, la prospettiva di trovar nuvolo. E' un complesso
intreccio di cose che passa per la passione per il cielo e si lega con la voglia di star due o tre giorni fuori con gli amici, in luoghi splendidi da scoprire,
condividendo non solo la volta stellata ma anche il semplice "passami la mappa della cometa", "vieni
a vedere NGC....", "è collimato il telescopio?", "...o, domani ci mangiamo tutto il menù", "oltro che due maroni questo report!".
La statistica dice che a Saint-Barthelmy ci sono 2150 di ore serene all'anno, 198 notti, la temperatura media di settembre è 11°, che il periodo più piovoso dell'alta Val d'Aosta è ottobre, che dei 20 star-party, delle 40 notti, meno della metà sono state serene ed ancor meno quelle "perfette". Quindi NO, meglio farsi pochi km verso le nostre splendide colline e dimenticarsi anche un paio di pezzi a casa...però si perde tutto il resto, che è in fondo la nostra benzina, una volta
consumata quella che serve all'auto per andar su e tornare indietro.
La statistica dice che probabilmente l'anno prossimo dovrete leggere un altro delirante racconto del sottoscritto. Grazie ai Paoli e soprattutto alla futura veterana  Dinamite-Sara.

Marco Garoni

 

E sono 9.

Si, quest’anno ho partecipato per la nona volta ad uno dei più antichi (forse il più antico) Star Party d’Italia.

Lo Star Party di Saint Barthelemy si tiene da vent’anni in un piccolo paesino a pochi chilometri da Aosta, a circa 1600 mt. di altezza in una graziosa piazzetta contornata dallo splendido spettacolo delle Alpi.

Nelle serate di venerdì e sabato, si spengono le luci in tutto il paese e gli astrofili arrivati in piazza possono assistere ad uno spettacolo mozzafiato che nei nostri dintorni non siamo più abituati a godere.

La prima volta è stata nel 1997, poi il 1998, 1999, 2001, 2003, 2008, 2009, 2010 e quest’anno.

Visto il luogo, negli ultimi anni abbiamo unito la passione per l’astrofilia alla passione per la montagna ed abbiamo iniziato, nelle ore libere da osservazioni, a risalire le montagne per goderci lo spettacolo della natura “terrestre”.

L’edizione di quest’anno è stata in forse fino all’ultimo a causa del tempo incerto, ma alla fine i soliti tre (io, Paolo M. e Marco) con l’aggiunta della spumeggiante Sara, si sono convinti e sono partiti: arrivo alle 23:30 del giovedì per godersi il venerdì di passeggiata e osservazione.

Il venerdì ci hanno raggiunto Davide da Imola e Dino da Pordenone!

Il cielo ci ha concesso solo qualche ora del venerdì, poi umidità, seeing scarso e, sabato, copertura totale….. Abbiamo approfittato per fare chiacchiere “astronomiche” fino a tarda notte.

All’anno prossimo quindi per un’altra “avventura” che consiglio vivamente a tutti e che per me sarà la 10a volta. Festeggeremo……  

Paolo Alfieri

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